Parte del capitolo 25 del libro "Il ragazzo Invisibile", uno dei capitoli piu' belli del libro con Noa Zatta (Prima Parte)

29.04.2015 21:01

Stella eccelleva nel corpo libero, con prestazioni straordinarie al volteggio e ottime parallele assimmetriche. La disciplina sulla quale doveva ancora lavorare molto era la trave: sull'attrezzo aveva un assetto favoloso e una postura molto elegante, ma ancora troppo spesso incappava in problemi di equilibrio che la costringevano a spiacevoli cadute -con conseguenti penalità- nelle gare ufficiali. Troppa emotività, aveva diagnosticato Olga, la coach rumena che aveva a Parigi.  A ripensarci, ora che era finita nelle grinfie della croata Sonia Dubac, dura come l'acciaio delle porte blindate, Stella aveva quasi nostalgia dei rimproveri della vecchia allenatrice: quel giorno si era impegnata per quattro ore filate alla trave, forzandosi a provare e riprovare un "flic flac", da sempre il suo punto debole. 

La borsa a tracolla, la tuta addosso e i capelli raccolti in uno chignon, stava rientrando a casa a piedi all'imbrunire e camminando ripassava mentalmente i gesti di quello spinoso salto all'indietro. Si concesse una deviazione sul lungomare, come faceva sempre. Dopo tanto peregrinare, di città in città, di paese in paese, questa era la prima volta che le capitava di abitare in una località di mare. A Stella questo sembrava un grande privilegio  anche d'inverno, quando faceva freddo, sceglieva sempre di allungare la strada per costeggiare le spiagge e concedersi un' occhiata speranzosa in vista alla prossima estate. Perciò, nonostante sua madre spaventata dalla sparizione di Martino e Brando come tutti, le avesse vietato di fare deviazioni pregandola di tornare dritta a casa Stella volle comunque deviare a guardare il mare, e anche pochi istanti di quella vista le allargarono il cuore e il respiro, come sempre. Camminava veloce e in pochi minuti era quasi arrivata a casa. Siccome era concentrata, quando passò di fianco alla giostrina per bambini vicino a casa, lì per lì non si accorse di nulla... Ma il cigolio dell'altalena arruginita attirò la sua attenzione e lei notò qualcosa che non andava... L'altalena si stava muovendo da sola!  Stella sgranò gli occhi, incredula... e in quel momento l'altalena si fermò. Solo adesso Michele si era accorto di lei. Era lui, naturalmente, che la faceva dondolare.  E quando poi aveva cercato di rimediare, bloccandosi davanti allo sguardo incuriosito di lei, si era fermato con il seggiolino inclinato: una posizione impossibile per un altalena vuota. E infatti adesso Stella si stava avvicinando sospettosa, a verificare da vicino quella stranezza. "C'è qualcuno?" chiese, timidamente.  Stella si fece piu' vicina e studiò con lo sguardo quell'altalena ferma. Possibile che mi sia immaginata di vederla dondolare da sola? L'aria era immobile, improbabile che fosse il vento.  Intorno c'era un silenzio sospeso. Si era rassegnata e stava per ritornare sui suoi passi quando, dietro di lei, sentì: "Etciu'!" Michele, ghiacciato, s'era buscato un raffredore che l'aveva tradito. Stella sobbalzò poi si voltò di scatto. Lui trattene il fiato. "Chi c'è?" domandò nuovamente la ragazzina. Nessuna risposta. Eppure lo starnuto le era sembrato vicinissimo. Indietreggiò di qualche metro e impose una distanza di sicurezza tra sè e quel mistero. Non sapeva cosa fare. Aveva paura, e la paura le consigliava di scappare. Ma era anche curiosa, e la curiosità le sussurrò di restare.  Stava combattendo con quegli ordini contrapposti, quando un pensiero prodigioso la assalì...

CONTINUA...